Chiamiamoli di raziocinio, di deduzione,
o semplicemente gialli. Poco cambia: Edgar Allan Poe è a
tutti gli effetti uno dei padri del giallo e, nonostante pochi lo sappiano, le
sue storie hanno influenzato enormemente i grandi autori successivi, come ad
esempio Arthur Conan Doyle (il papà di
Sherlock Holmes, per intenderci). Anzi, nel commentare questi racconti trovo
davvero difficile non fare riferimento a Sherlock Holmes, perché le similitudini e gli echi tra i
racconti sono molteplici e molto forti.
I racconti di Poe considerati parte di questa categoria sono
quattro: "The Gold-Bug" ("Lo scarabeo d'oro"), "The
Murders in the Rue Morgue" ("I delitti della Rue Morgue"),
"The Mystery of Marie Rogêt"
("Il mistero di Marie Rogêt") e "The Purloined
Letter" ("La lettera rubata"). Di questi, gli ultimi tre vedono
come protagonista uno dei detective più famosi
della letteratura, Auguste Dupin.
[Beware! SPOILERS ahead!]
"The Gold-Bug" ("Lo scarabeo d'oro") è un racconto atipico, nel quale ancora riecheggia l'inquietante tema gotico della follia. Protagonista è come sempre il narratore, ma questa volte l'attenzione è tutta puntata su William Legrand, suo amico e bizzarro collezionista di insetti.
Questi trova un giorno, nel corso di una passeggiata nella
campagna circostante, uno strano scarabeo dorato. L'evento, sebbene inusuale,
sembra non avere conseguenze particolari, se non che, in seguito a una serata di
chiacchiere, Legrand pare divenire pensieroso, tormentato. Di lì a poco il suo comportamento, sempre
più strano, mette in apprensione anche
il servitore dell'uomo, che lo crede, così come
il narratore d'altronde, pazzo.
Ma non è così. Legrand ha scoperto per caso
qualcosa di incredibile, che in qualche modo è legato
proprio a quello strano insetto dorato, e ha intenzione di fare di tutto per
provare di avere ragione.
Questa storia è
meravigliosamente avvincente, sebbene la prima parte, quella della sospetta
follia per intenderci, sia un po' pesantina. E' costruito, dicevo, in modo
peculiare, perché abbiamo antefatto,
conseguenze, azione e solo alla fine la spiegazione dell'intera vicenda.
Legrand è un uomo di grande intelletto
e capacità di deduzione; noi invece,
così come il narratore, viviamo gli
eventi da osservatori esterni e veniamo sballottati senza capirci niente per
pagine e pagine, fino alla totale conclusione e analisi.
Uno dei dettagli più
innovativi e seducenti del
racconto è l'introduzione geniale, da
parte di Poe, di un misterioso messaggio cifrato.
Chiunque abbia letto "The Adventure of the Dancing Men" ("L'avventura degli omini danzanti"), uno dei racconti di Sherlock Holmes di Conan Doyle, riconoscerà il procedimento di decriptazione, spiegato con precisione e guidato passo passo. Io ho da sempre una piccola infatuazione per i messaggi in codice e per questo la storia mi è tanto più piaciuta.
Ci sono anche altri eco nel lavoro di Conan Doyle che si
possono ricollegare a questo racconto, ad esempio "The Adventure of the
Musgrave Ritual" ("Il cerimoniale dei Musgrave"), ma sarebbe
solo una goccia nel mare delle opere in qualche modo ispirate a "The
Gold-Bug". Citerò
soltanto, per rendere l'idea della portata internazionale di Poe, il romanzo
"Morbose fantasie" di Jun'ichirō Tanizaki (giapponese!), completamente
basato su questo racconto e di cui ho già
parlato qui.
Il trittico successivo, come precedentemente detto, è legato al personaggio del detective
privato Auguste Dupin. Ma sarà poi
giusto chiamarlo detective? Forse no, perché per
Dupin la risoluzione dei crimini è quasi
un passatempo, un hobby intellettuale, ma non abbiamo una parola migliore per
descrivere qualcuno che si impegna a trovare il colpevole di crimini
misteriosi.
Ok, lo dico ancora una volta: Auguste Dupin è Sherlock Holmes. Un proto-Sherlock Holmes. Sono
talmente tante le caratteristiche che hanno in comune che si fa fatica a
contarle: entrambi usano le proprie capacità di
ragionamento e la propria intelligenza assolutamente al di fuori della media
per risolvere casi all'apparenza irrisolvibili, entrambi sono personaggi
piuttosto sociopatici, che passano la maggior parte della propria esistenza
chiusi in casa in una sorta di torpore depressivo da cui vengono svegliati
soltanto dall'eccitazione di un nuovo caso da risolvere, entrambi sono più interessati a svelare il mistero (e
a dimostrare di aver ragione) piuttosto che ad assicurare i malfattori alla
giustizia. Sono consultati dalla polizia nelle indagini più impervie e delicate (quindi Sherlock
Holmes NON è il primo consulting detective della
storia) e hanno una nemesi con cui si scontrano in un costante tentativo di
battere l'altro in astuzia: Moriarty per Sherlock Holmes, il misterioso
ministro D. per Dupin. Persino la modalità di
narrazione è la stessa: in uno abbiamo il
famoso Watson, in Poe il narratore è un
amico intimo, l'unico, di Dupin, con cui convive e di cui esalta l'ingegno.
D'altronde l'ha ammesso anche Conan Doyle di aver preso non
poco spunto dall'opera di Poe. Nella prima avventura di Sherlock Holmes, Watson
lo paragona proprio a Dupin per complimentarsi con lui del suo intelletto
acuto. Naturalmente il caro Sherlock ringrazia, ma afferma di essere pure
meglio di lui, che in fondo era poca cosa...
Al di là
dell'umiltà sherlockiana, tutta la
sfilza di detective di genio venuti dall'Ottocento in poi devono, in parte, la
propria esistenza a Poe. La strada segnata dal personaggio di Dupin è rimasta, da allora, il punto di
riferimento di tutti i più grandi
scrittori e con ogni probabilità
continuerà a esserlo in futuro. Ciò che rende il tutto ancor più incredibile è che Poe, tutto questo, l'ha fatto con tre soli racconti...
"The Murders in
the Rue Morgue" ("I
delitti della Rue Morgue") è un
classico giallo della camera chiusa. Due donne, una giovane e la madre, vengono
brutalmente assassinate nella propria casa, in cui vivevano sole e in una sorta
di reclusione dal mondo esterno. Quando i soccorsi arrivano, sentendole urlare,
nell'aprire la porta non trovano nessuno. Le donne sono morte e apparentemente
il colpevole è stato qualcuno dotato di una
forza enorme, ma dell'assassino nella stanza non c'è traccia, né pare esserci
alcuna via di fuga. Dupin, però, intuisce subito che ciò che sembra impossibile
a volte lo è solo in apparenza...
Questo racconto è
geniale e davvero efficace nel tratteggiare il personaggio di Dupin. Purtroppo,
negli anni, il mistero e la sorpresa nella risoluzione del caso si sono un po' persi, specie a causa di
copertine come questa (che troneggiava sulla mia edizione):
Se mai l'incauto lettore non avesse già sentito parlare di questa storia,
gli basterà dare un'occhiata
all'immagine per farsene un'idea... E' davvero incredibile quanta poca
accortezza ci sia, da questo punto di vista, nell'editoria.
Ciononostante questo rimane probabilmente il più bello dei tre racconti su Dupin e il
più coinvolgente, almeno per me. Un
capolavoro puro.
"The Purloined Letter" ("La lettera rubata") è il racconto in cui fa capolino il
misterioso personaggio del ministro D.. Di lui il lettore non riesce a scoprire
granché, se non che è un uomo dalle mille risorse e che
conosce molto bene la società
parigina in generale, che riveste un ruolo piuttosto importante anche dal punto
di vista politico e che è un
ricattatore. Il fatto che questo infido individuo non faccia parte, come in
altre serie, della criminalità
organizzata o non si nasconda nell'ombra, ma sia invece un uomo in vista e
conosciuto mi ha completamente spiazzato e stupito. Poe non è mai banale, in questi racconti, e lo
dimostra una volta di più nel
creare la nemesi di Dupin. Non sappiamo molto di ciò che in passato è
intercorso tra i due, che evidentemente si conoscono bene, ma dalle allusioni
di quest'ultimo pare di intuire una serie di sgarri, di sfide, che spingono
Dupin ad un cupo desiderio di vendetta. Come già si è visto la vendetta è un tema caro a Poe e si può arguire che lo scrittore non fosse
del tutto contrario a una soluzione privata dei propri problemi...
Anche in questo caso i rimandi ad altri racconti successivi
sono tanti (tanto per citarne alcuni "A Scandal in Bohemia",
"The Adventure of the Second Stain" e "The Adventure of Charles
Augustus Milverton", tutti e tre sherlockiani). Insomma, una lettera
sottratta, un ricattatore, un'importante personalità pubblica che rischia di cadere in disgrazia...
Ingredienti divenuti classici.
"The Mystery of Marie Rogêt"
("Il mistero di Marie Rogêt"),
invece, è un racconto alquanto strano
ed inquietante. Strano perché i
protagonisti elucubrano a lungo sul delitto (una povera ragazza trovata morta
in un fiume dopo un allontanamento forse volontario da casa) ma non pervengono
ad alcuna conclusione, quindi si potrebbe dire un racconto incompiuto;
inquietante perché la tragica vicenda di Marie Rogêt è stata
ispirata da una storia di cronaca nera reale, avvenuta a New York nel 1841, un
anno prima della pubblicazione del racconto. La vittima, una giovane di nome
Mary Rogers, fu trovata morta e si sospettò subito
un omicidio. La storia colpì molto
l'opinione pubblica, poiché la
ragazza era già nota per una precedente
scomparsa di pochi giorni ed era piuttosto conosciuta in città. Ciò che
Poe fa è qualcosa di completamente
nuovo: prende tutti i dettagli riguardanti il caso, ogni singola testimonianza
e articolo di giornale, e li riadatta, ambientando l'omicidio a Parigi e
cambiando i nomi dei protagonisti. Dopodiché
sguinzaglia Dupin e gli fa analizzare il caso, cercando di appurare quanto più possibile la verità.
La cosa curiosa è che
nella ristampa, avvenuta alcuni anni più tardi, questo racconto è stato corredato dallo stesso Poe di
numerose note: il ricordo del caso di cronaca, infatti, non era più molto nitido nella memoria e i
lettori avrebbero potuto non cogliere i numerosi riferimenti e le citazioni.
Grazie a dio ci ha lasciato tali note, così
oggigiorno, dopo tanti anni, possiamo ancora seguire perfettamente tutto
l'accaduto!
Come dicevo Poe non porta a termine l'indagine, vale a dire
che non trova un colpevole. Fa alcune considerazioni, delle ipotesi, smonta
alcune tesi dei quotidiani dell'epoca, ma non è in
grado di puntare il dito su qualcuno in particolare. Questo è piuttosto frustrante, perché tutti noi ci aspettiamo, alla fine
di un giallo, di scoprire chi è il
colpevole. E' anche il più
cervellotico dei racconti: i protagonisti non escono mai dal loro appartamento,
ma l'intera indagine avviene tramite le pagine dei quotidiani, direttamente
dalla poltrona del salotto. Insomma, è un
racconto un po' statico. Ciononostante è anche
il racconto in cui, più di
ogni altro, si nota la mente geniale dell'autore. Poe doveva essere
un'intelligenza superiore, fatto denotato già dalla
complessità delle sue storie del terrore
e del grottesco. Qui dà sfogo
e sfoggio della sua cultura a 360°, delle
sue capacità analitiche e logiche,
insomma delle qualità
superiori che rendono speciale Dupin.
[End of SPOILERS!]
Se dovessi consigliare una serie di racconti da cui iniziare ad avvicinare Poe io non avrei dubbi, indirizzerei l'attenzione su questi. Non riuscirò mai a sottolineare abbastanza la grandezza di questo scrittore nel redigere queste storie, la grandezza di chi dà vita a un genere letterario nuovo, pur con le sue pecche (ma quale ciambella nasce col buco al primo colpo?). Nessuno dovrebbe poter dire di conoscere la letteratura mondiale senza aver letto queste opere.
Di Poe mi piace praticamente tutto...
RispondiEliminaPerché tu hai buon gusto! ;)
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