sabato 2 luglio 2016

17. Shirley Jackson - L'incubo di Hill House

Più riguardo a L'incubo di Hill House"Nessun organismo vivente può mantenersi a lungo sano di mente in condizioni di assoluta realtà; perfino le allodole e le cavallette sognano, a detta di alcuni. Hill House, che sana non era, si ergeva sola contro le sue colline, chiusa intorno al buio; si ergeva così da ottant'anni e avrebbe potuto continuare per altri ottanta. Dentro, i muri salivano dritti, i mattoni si univano con precisione, i pavimenti erano solidi, e le porte diligentemente chiuse; il silenzio si stendeva uniforme contro il legno e la pietra di Hill House, e qualunque cosa si muovesse lì dentro, si muoveva da sola."

Gli incipit a volte riescono davvero ad affascinarci e a trascinarci con sé nel mondo creato per noi dallo scrittore. In questo caso l'autrice del romanzo "L'incubo di Hill House" ("The haunting of Hill House"), Shirley Jackson, ha fatto davvero un buon lavoro.
Fin dalle prime parole infatti ci troviamo faccia a faccia con la Casa. Questo edificio contorto e dall'aspetto abominevole, pervaso dall'oscurità e da un silenzio tombale, ci è subito presentato come uno dei personaggi principali, nonché l'incarnazione stessa del male. Non solo, l'attenzione va subito a quell'aggettivo, "sano", e ci introduce così al tema della pazzia.

Questo romanzo è presentato come uno dei più riusciti esempi di casa infestata in letteratura. Io mi sento di dissentire immediatamente: considero infatti fuorviante la dicitura "infestata", perché non credo che Hill House sia abitata da fantasmi; almeno, non è questo ciò a cui si assiste nella descrizione delle vicende. Ritengo invece che questa sia una storia di poltergeist e rappresenti magistralmente una delle spiegazioni più accreditate finora data dalla parapsicologia a questo fenomeno.
Cosa sono i poltergeist? Si tratta di fenomeni spiritici, sicuramente guardati con scetticismo dagli scienziati, che si manifestano in vario modo all'interno di un'abitazione. Si spazia dai classici oggetti che si muovono e dai colpi ripetuti ("poltern" in tedesco significa proprio "fare casino"), fino a espressioni molto più violente, come pietre che cadono da direzioni incomprensibili, pozze d'acqua, voci e rumori e persino scritte sui muri. Ecco, chi ha letto questo romanzo potrà riconoscere quasi tutto ciò che ho elencato.
Molte persone ritengono che i poltergeist siano quindi degli spiriti inquieti e malevoli che si impossessano della casa e fanno di tutto per spaventarne gli abitanti, spingendoli a scappare. Tuttavia questa non è la spiegazione più classica data a questi fenomeni. Prima di tutto si ritiene che non siano legati alla casa, ma a un individuo, detto persona focale, e che siano una manifestazione di energia inconscia prodotta da quest'ultimo in particolari condizioni. Non si tratta quindi di spiriti e fantasmi, ma di persone disturbate, spesso represse e che hanno vissuto drammatiche esperienze infantili di carattere sessuale o conflittuale coi genitori: alcuni di essi, in situazioni di particolare difficoltà emotiva o di squilibrio dovuto a cambiamenti o turbamenti, ad esempio in età adolescenziale, esternerebbero i propri conflitti interiori, rappresentati spesso dalle emozioni più negative e distruttive, in una serie di fenomeni aggressivi che vanno sotto il generico nome di poltergeist.

Tornando al romanzo, subito dopo averci presentato la casa l'autrice introduce gli altri protagonisti: il professor Montague, antropologo con ambizioni da parapsicologo intenzionato a studiare Hill House per la sua fama; Luke Sanderson, simpatico buono a nulla di famiglia benestante e legittimo erede (quindi futuro proprietario) di Hill House; Theodora, ragazza affascinante e forse un po' libertina, che pare poter leggere nella mente, o almeno entrare in empatia con chi la circonda; e infine Eleanor Vance, una giovane donna incline a daydreaming (i sogni ad occhi aperti) che, dopo la morte della madre malata che le era stata affidata per undici anni, è alla ricerca di nuove esperienze, amicizie, e di un posto tutto suo, dove trovare pace e sentirsi amata. E' proprio attraverso gli occhi di Eleanor che la storia si dipana davanti a noi; è lei che si guarda intorno, che nota, giudica, ricorda o confonde avvenimenti, in un alternarsi di sogno e realtà, finzione e impressioni. Eleanor non è una donna che si possa definire equilibrata: la sua è un'altalena di emozione continua, tra gioia e rabbia, paranoia, frustrazione e senso di colpo, ansia da prestazione, senso di inferiorità e manie di protagonismo. A tratti dolce e ingenua come una bambina, quasi sempre insicura e intimidita dalla vita, si trasforma nel giro di poche righe in una giovane isterica ed egoista, capricciosa come una bambina.

Con queste premesse non è difficile immaginare chi io pensi sia il fulcro delle attività paranormali di Hill House... Come ella stessa riconosce ad un certo punto della vicenda, Eleanor si trova nell'occhio del ciclone, ed è seguendo la sua narrazione che il lettore deve cercare di farsi un'idea di ciò che sta davvero accadendo.
Quanto di ciò che Eleanor racconta è reale e quanto invece è frutto della sua mente alterata, che sembra via via sempre più incline alla pazzia?
Le esperienze paranormali che i quattro vivono sono frutto di poltergeist generati da lei o si tratta invece dei fantasmi che infestano Hill House? O non sarà piuttosto un caso di allucinazioni collettive, influenzate dall'atmosfera tetra della casa e dall'esaltazione dei membri più influenzabili (in questo caso le due donne)?
I dettagli a supporto di una o dell'altra tesi sono molti e contraddittori; come ne "Il giro di vite" di Henry James non si può escludere l'una o l'altra opzione in modo definitivo. Quello che è certo è che la ricerca della verità è appassionante e, col procedere della storia, al lettore non vengono risparmiati brividi, sospetti, sorprese e perplessità.

In verità quest'opera mi ha ricordato molto "Il giro di vite", nonostante lo stile e l'intenzione dell'autrice fossero totalmente diversi. Sebbene sia considerato un romanzo horror, non si tratta del tipico rappresentante del genere: niente teste mozzate, niente fantasmi chiaramente visibili, niente gente scuoiata. In verità l'orrore risiede totalmente nei suoni, nell'intravisto, nelle piccole alterazioni della realtà, e in ciò che i protagonisti credono di vedere. E' il terror quello che tiene il lettore incollato alle pagine e che lascia in fondo alla gola quello strano misto di inquietudine e confusione. Quella sensazione che ti fa dire "Ma non saranno semplicemente un manipolo di esaltati?"

Tutto sommato posso dire che "L'incubo di Hill House" mi è piaciuto, pur lasciando qualche pezzo del puzzle mancante o di troppo, in un'accozzaglia di dettagli che a tratti confonde. E' un romanzo che si legge in un baleno, inquietante senza essere troppo pauroso, ben lontano dagli splatter a cui ci hanno abituato gli horror moderni. Come ho letto, è basato sul terror invece che sull'horror, sul non detto e sull'inconoscibile, mentre il mostro rimane nascosto, forse perché non esiste o forse perché è dentro di noi.

In chiusura devo purtroppo dire che da questo romanzo sono stati tratti due film di cui il più recente, "The haunting", con Liam Neeson e Catherine Zeta-Jones, non c'entra nulla con l'originale ed è stato un flop piuttosto meritato. Il più vecchio, nella versione italiana intitolato "Gli invasati", invece, è piuttosto fedele all'originale e godibile, nonostante io sia dell'idea che la rappresentazione grafica non giovi affatto a questo genere di libro. Diffidate dunque dalle trasposizioni cinematografiche e leggete l'originale se cercate una storia di poltergeist, che è meglio!

2 commenti:

  1. Ho messo un vestito con una balza rossa e un bracciale rosso, ma non è lo stesso rosso... Non è lo stesso rosso...
    (Aiuto! Mi sto trasformando in Eleanor!)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Guarda, dal mio punto di vista l'unica soluzione è l'eutanasia! Ti voglio bene, evita di farti risucchiare la mente dalla casa. <3

      Elimina