mercoledì 22 febbraio 2017

39. Roald Dahl - Il libraio che imbrogliò l'Inghilterra

Più riguardo a Il libraio che imbrogliò l'InghilterraRoald Dahl è terribilmente famoso in tutto il mondo, soprattutto come scrittore per l'infanzia. Chi non ha mai sentito parlare della "Fabbrica di cioccolato" di Wonka? E "Matilda"? "Il GGG" è appena uscito nelle sale cinematografiche e mi dicono sia un buon adattamento del romanzo. Insomma, è stato un autore estremamente prolifico e non solo di romanzi. Roald Dahl infatti è stato anche scrittore di racconti, quasi tutti però scritti per adulti. Anche questi sono abbastanza conosciuti, almeno alcuni, perché lo stile chiaro, fluido e semplice di Dahl si presta ad essere letto dagli studenti di lingua inglese e versioni facilitate o annotate dei suoi racconti sono state pubblicate in edizioni scolastiche e utilizzate da molti professori. Io stessa, in quanto professoressa di inglese, ho più volte suggerito ai miei allievi più giovani (ma non solo...) di tentare la lettura di uno dei libri di Dahl.

In occasione del centenario della nascita dello scrittore, quei furboni della Guanda hanno pensato di far uscire un'intera collezione di libri contenenti i racconti di Dahl, opportunamente diluiti un paio a pubblicazione così da fare più soldi. (Sono polemica, lo so, ma un po' queste astute mosse commerciali mi infastidiscono)
Mentre ero in vacanza in quel di Bassano Del Grappa sono entrata in una libreria peculiare, o per meglio dire un bar peculiare, insomma una libreria-bar. Mi sono bevuta un bel macchiatone godendomi lo spettacolo della distesa di libri esposti sulle pareti tutto attorno a me e non ho potuto proprio esimermi dal comprare qualcosina. Tra i tanti tomi ho individuato il libricino che dà il titolo a questo post; mi ha attirato fin dal titolo e me lo sono portato a casa.

Questa pubblicazione include in verità due racconti: quello che dà il titolo al libro, "Il libraio che imbrogliò l'Inghilterra", e "Lo Scrittore automatico". Secondo il mio gusto personale il secondo è molto più accattivante del primo.

"Il libraio che imbrogliò l'Inghilterra" ci presenta una situazione inusuale: Mr. Buggage, un libraio antiquario, e la sua segretaria Miss Tottle gestiscono insieme una piccola attività commerciale, che di clienti ne ha ben pochi; tuttavia hanno incassi per migliaia di sterline alla settimana. Com'è possibile? La risposta è abbastanza scontata e semplice... Piuttosto, potranno questi due furboni portare avanti a lungo la truffa che ha reso loro finora così bene?
Questo racconto non si distingue certo per originalità e misteriosità. Anche il finale è abbastanza scontato e fin troppo tirato per le lunghe. Piuttosto ciò che colpisce è la descrizione grottesca, ributtante, assolutamente caricaturale dei protagonisti. Dahl dà prova di saper costruire dei personaggi macchietta davvero disgustosi. Impossibile non odiarli, impossibile non notare come la cattiveria e l'avidità che li caratterizza sia accompagnata dall'ignoranza e dalla maleducazione. Persino con la pessima resa in italiano della traduzione si nota la volontà dell'autore di farli parlare male. Forse, a proposito di traduzione, avrei preferito il titolo originale, "The bookseller" (Il libraio), molto meno pomposo e più conforme alla portata del racconto.

Il secondo racconto mi è parso invece più carino, un poco più misterioso, e ha riservato un colpo di scena non sconvolgente ma simpatico. Protagonisti, ancora una volta, due personaggi non esattamente accattivanti: Mr. Bohlen e Adolph Knipe, l'uno un imprenditore alle prese con la produzione dei primi computer, l'altro un giovane e geniale programmatore con il pallino della scrittura. E' proprio quest'ultimo a inventare, per diventare uno scrittore ricco e famoso, lo "Scrittore automatico", una sorta di computer in grado di comporre autonomamente nel giro di pochi secondi racconti di ogni genere, persino romanzi. I due da datore di lavoro e impiegato diventeranno soci in una manovra truffaldina che li renderà i padroni incontrastati dell'editoria di lingua inglese.
Anche in questo caso Dahl descrive i due protagonisti in modo comico, caricaturale, ma fa di più. Con ironia pungente critica il mondo dell'editoria e i colleghi scrittori, giudicandone le capacità tecniche, il gusto e l'avidità. Questa mania di fare soldi a discapito degli altri pare proprio essere un difetto umano che all'autore non va giù.
Altri momenti top di questo racconto sono l'uso della parola "epesegetico" e la frase in chiusura, di un'amarezza struggente, quasi fosse una preghiera dolorosa ai colleghi scrittori di professione, perché non svendano mai il proprio dono.

Oh, Signore, dacci la forza di far morire di fame i nostri figli.

Un libro da acquistare? Mah, non saprei che dire. Sono sì e no 80 pagine scritte grandi, si legge in un paio d'ore. Visto il prezzo non proprio economico credo se ne possa fare a meno, tranne per i cultori dell'autore...e comprare una bella raccolta cicciotta!

Nota conclusiva polemica, perché se no non sono contenta: le edizioni di cui dicevo poc'anzi, a cura di Guanda, hanno tutte copertine colorate, allegre, disegnate spesso in modo buffo e attraente per il pubblico più giovane. Il tipico genere di copertina che attira l'occhio dell'adulto non molto avvezzo alla lettura ma che vuole comprare un libricino al figlio/nipote/vicino di casa/figlio di amici e pensa che scegliendo Dahl andrà a colpo sicuro. Ecco, no. Questo libro, così come tanti altri della collana, non è affatto per bambini, ma proprio per niente. Anzi, oserei dire che tra le mani di un bambino potrebbe generare parecchi momenti di imbarazzo. Quindi sarebbe proprio carino se le case editrici la piantassero di produrre copertine così, facendo cadere in tentazione i meno attenti...

7 commenti:

  1. Io ho una raccolta che mi piace tanto, comprata da adolescente, che è "Un gioco da ragazzi e altre storie". Comprende mi pare 7 racconti ed è stata pensata così com'è già all'epoca per la prima pubblicazione. Non tutti i racconti sono capolavori anche se per me il livello resta comunque elevato, ma due o tre davvero splendidi, "Il cigno" e oddio non so più i titoli e sto mentendo, adoro tutta la raccolta. Letta -anta volte.

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    1. Tu ne sai mille+++.
      Però ora dovrò cercare 'sto racconto del cigno se no la scimmia del cervello mi sbarella. Grazie, eh.

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  2. Anch'io come Suni ho adorato "Un gioco da ragazzi" e già allora ho pensato che non era molto per ragazzi e forse la copertina fumettosa col bambino che costruisce un aeroplano di carta è un po' fuorviante. È che da noi si ragiona per etichette Dahl = libro per ragazzi e non ci si schioda più.

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    1. Ma com'è che tutti conoscete questa raccolta tranne me? Che ignoranza...
      Sono d'accordo con te, la mania di etichettare che c'è in Italia è angosciante. Perché mai mi chiedo tutta questa ansia di incasellare? Anzi, mi sorprendo che autori nati "per ragazzi" riescano poi a pubblicare per adulti. E' quasi un miracolo, non trovi?

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    2. Riescono se sono stranieri e affermati. Se sei italiano, meglio che ti prepari uno pseudonimo per ogni produzione, così ti incasellano più facilmente...

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  3. Grazie del passaggio e del commento. E grazie per le tue letture e le tue recensioni: spunti molto interessanti!

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    1. Benvenuto!
      Non ritengo di essere al tuo livello di precisione e competenza, anche graficamente... Il post col link al tuo blog comparirà entro il fine settimana, spero che qualcuno dei miei (pochi) lettori ti passi a trovare!

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