venerdì 6 maggio 2016

11. Ransom Riggs - Miss Peregrine's Home for Peculiar Children

Più riguardo a Miss Peregrine's Home for Peculiar ChildrenUn paio di settimane fa mi trovavo in Inghilterra per lavoro e nell'unico giorno di semilibertà ho approfittato di un paio d'ore d'aria per buttarmi in un centro commerciale alla ricerca di una libreria. Quando si dice la malattia...
Sono stata fortunata e di libri ne ho comprati cinque, con grande gioia della mia valigia e del portafoglio. Uno di questi è stato "Miss Peregrine's home for peculiar children" ("La casa per bambini speciali di Miss Peregrine"), romanzo fantasy young adult che negli ultimi tempi è venuto alla ribalta per un film in uscita a settembre ad esso ispirato.
Visto che mi piace cambiare, dopo i precedenti libri letti, un tantino crudi, mi sono buttata a capofitto in questa nuova avventura.

Il romanzo è esattamente ciò che mi aspettavo: leggero, avventuroso, con buone idee e una buona dose di mistero. I colpi di scena sono tanti e non del tutto scontati. Niente di trascendentale, per carità, non certo un premio Nobel per la letteratura, ma a volte serve anche qualcosa che ci faccia divertire senza troppe pretese.
Inoltre la peculiarità di questo romanzo è la grafica, di per sè deliziosa, impreziosita da una serie di fotografie d'epoca, una cinquantina in tutto, che sono parte integrante della narrazione e sono state l'ispirazione primaria dell'autore.

La trama, raccontata in breve e senza troppi spoiler, ruota attorno a Jacob, un ragazzino americano di sedici anni, che dopo un grave trauma decide di partire per un'isoletta del Regno Unito, alla ricerca delle proprie radici: infatti il nonno paterno aveva trascorso lì alcuni mesi durante la Seconda Guerra Mondiale, e aveva raccontato a Jacob storie incredibili dei ragazzini che abitavano con lui nell'orfanotrofio gestito dalla fantastica Miss Peregrine. Come si può ben immaginare, Jacob scoprirà che le cose sono molto diverse da come se le aspettava e molto più complicate...

Una delle cose che mi è piaciuta, e che è piuttosto tipica della letteratura YA, è che i buoni non sono poi così perfetti, sempre nel giusto. Miss Peregrine è palesemente una paladina del bene contro il male, eppure le sue azioni sono autoritarie, più che autorevoli, il suo comportamento nei confronti di Jacob è discutibile. La zona grigia che esiste nell'animo umano tra il tutto bianco e il tutto nero è il segno più evidente del passaggio dall'infanzia all'età adulta. Amo il modo in cui gli autori di romanzi per giovani adulti affrontano questo tema e in questa storia vedo un buon potenziale.

Un unico neo ha oscurato il piacere della lettura... Ho scoperto a tre quarti del libro che si tratta di una trilogia. Io ODIO le serie! Sì, perché poi sono costretta a leggere anche gli altri se no non dormo tranquilla, e in questo caso reperire i due volumi mancanti sarà un casino!
Insomma, non è un romanzo autoconclusivo. Anzi, è proprio uno di quei cliffhanger terribili, quelli che finiscono lasciando una scena in sospeso e che necessitano assolutamente della successiva parte della storia. Quindi o si è pronti a leggere tutta la trilogia e si hanno i seguiti sottomano, o è meglio rimandarla. Ah, ad averlo saputo prima...

Una nota conclusiva: dopo aver finito il libro ho riguardato con attenzione il trailer del prossimo film tratto da questo romanzo. L'avevo già visto, ma non gli avevo badato granché e in più non me lo ricordavo per nulla. Per l'ennesima volta posso prevedere che il film non c'entrerà una mazza col libro originale. Perché, mi chiedo, ostinarsi a cambiare la vicenda in modo così invasivo? Capisco i dettagli, o qualche taglio per alleggerire il film e renderlo più breve e godibile, ma modificare i personaggi cambiando loro i poteri soprannaturali? Questo decisamente non lo capisco... Temo che sarà l'ennesima delusione modello "Lo hobbit", che farà una pessima pubblicità a questo libro invece di incoraggiarne la vendita. Peccato...

2 commenti:

  1. Premesso che non ho letto il libro, in linea di principio non sono contraria al fatto che un film si discosti dal libro da cui è tratto. Sono due opere diverse, con due autori diversi. Il regista e la produzione chiedono il permesso all'autore del libro di rielaborare la sua storia e sta a questo (o ai suoi eredi) concedere o meno il permesso o mettere dei paletti. Alcuni film che ho amato si sono discostati molti dalla trama del libro da cui sono stati tratti (che magari ho parimenti amato). Poi, ecco, alcuni film sono solo dei film non riusciti e rimane il rimpianto per il buon materiale di partenza, ma non credo che li avrebbe salvati una maggior aderenza.

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    1. Io non metto in dubbio che sia tutto legale e permesso, anzi, ottenuto con l'esplicito benestare dell'autore (almeno nel caso degli scrittori vivi). Io piango in modo assolutamente sterile la "manomissione" oltre il necessario di un'opera. Perchè sarà anche vero che il film e il libro sono due opere indipendenti e differenti, ma il pubblico non la vive affatto così. Quasi tutti quelli che conosco trovano la lettura del libro un'alternativa alla visione del film; della serie "Vedo il film per sapere la storia così non devo leggere il libro". So che è sbagliato, ma la gente fa a tutti gli effetti così. A questo punto, se la storia originale deve essere pesantemente variata, preferirei che il regista cambiasse il titolo rispetto al libro, così da renderlo un'opera a sè stante.
      Detto questo sono la prima a desiderare di vedere il film tratto da un libro perchè vogli proprio vedere come lo renderanno, quanto assomiglierà a ciò che mi ero immaginata, o cosa mi colpirà nella sua diversità. Tuttavia sono pochissimi i film di questo genere che non mi deludono ed è il motivo principale per cui non vado più al cinema a vederli...

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