Non posso dire di essere una grandissima fan di Terry Pratchett. Dopo insistenti raccomandazioni da parte di cari amici e grandi lettori di fantasy, ho deciso di dargli una possibilità. Ho quindi cominciato ponendomi la drammatica domanda: da dove inizio?
Il mondo tracciato da Pratchett, infatti, è vasto e complesso e i romanzi appartenenti a quello che viene chiamato in italiano Mondodisco (Discworld in lingua originale) non sono stati pubblicati in un preciso ordine di lettura. Siccome sono malata sono andata a cercare su internet una pratica mappa di lettura creata da qualche bravo nerd e ho trovato questa immagine, che mi ha molto aiutata. Ho così scelto di partire dal ciclo delle streghe, ho deviato su "Pyramids" e "Small Gods" e poi ho attaccato il ciclo dedicato a Tiffany. Alcuni mi sono piaciuti più di altri e ho trovato in alcuni passi una profondità incredibile. Probabilmente sono proprio i libri dedicati alle streghe ad essermi piaciuti di più e non riesco a distaccarli realmente dalle storie di Tiffany.
Purtroppo sir Terry ci ha lasciato nel 2015, vittima di un male che toglie l'anima prima della vita. Ed è proprio postumo, poco dopo la sua morte, che è stato pubblicato quello che hanno detto essere l'ultimo libro che ha scritto. Non so se verrà mai tradotto in italiano, perché con la velocità con cui stanno procedendo attualmente potrebbe succedere tra una trentina d'anni, ma in lingua originale è "The shepherd's crown" ed è l'ultima storia del ciclo di Tiffany, ma anche delle streghe.
Vorrei poter dire che è stato il coronamento del meraviglioso viaggio che abbiamo compiuto insieme. Vorrei poter ricordare questo ultimo romanzo come un gioiellino che rimarrà nella mia memoria. Purtroppo non è così.
Il romanzo che mi si è presentato davanti mi è sembrato una prima stesura raffazzonata, piena di citazioni di personaggi e storie già narrate in altri libri e con i pochi fili davvero nuovi che stentano ad intrecciarsi e ad andare al loro posto alla fine. Un finale, anche questo, che rimane sospeso, quasi incompiuto, con tante domande e tanti dubbi che rimangono insoluti e lasciano in bocca un amaro che non si può mandar via. Non è un ultimo libro scritto per tirare le fila, secondo me, e benché la casa editrice ci rassicuri sulla paternità del romanzo, scorgo lo zampino di altre mani nel lavoro di taglio e cucito del romanzo per renderlo pubblicabile.
Ciò che di bello c'è è la speranza nel cambiamento, che non è sempre male e di cui non dobbiamo aver paura; la forza di Tiffany di sovvertire le regole e di fare ciò che sa essere giusto sempre, senza perdere se stessa. C'è un addio che tocca l'anima di chi a queste storie si è affezionato profondamente, ma è anche un inno a non aver paura della morte, un messaggio che è ancora più importante se si pensa alle condizioni dell'autore quando lo ha scritto.
Credo sia un libro che i fan devono leggere per completezza, per mettere il punto in fondo al proprio viaggio, attraverso quest'ultima carrellata. E magari continuare a sognare dei luoghi fantastici narrati dall'autore, perché le loro avventure di certo non si esauriscono qui. Ciononostante non è il libro che consiglierei a chi, questo universo, non l'ha ancora esplorato fino in fondo.
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