sabato 28 gennaio 2017

34. Joseph Conrad - The duel

Il libro del mese di gennaio del gruppo di lettura è "The Duel" di Joseph Conrad, conosciuto in Italia col titolo "I duellanti" e piuttosto famoso anche per il film a regia di Ridley Scott.

Mi ha subito colpito questo spostamento d'attenzione dall'atto stesso del duello ai protagonisti nella scelta di traduzione del titolo e mi sono chiesta se avrebbe avuto delle notevoli ricadute all'interno della storia. Be', devo dire di no. Sebbene Conrad volesse sottolineare l'importanza del duello in sé, i duellanti Feraud e d'Hubert sono in fin dei conti i perni attorno ai quali si sviluppa la vicenda.
Vale forse la pena ricordare qui che "The Duel" è un racconto e non un romanzo, sebbene si articoli in quattro capitoli. Originariamente fu pubblicato all'interno di una raccolta e solo successivamente, probabilmente per scelte di marketing e commerciali più che letterarie, è stato messo sul mercato singolarmente.

La storia si apre quindi con due giovani soldati dell'esercito napoleonico, impegnati nelle campagne belliche come ussari. Al raffinato, cortese e razionale d'Hubert, francese del nord di buona famiglia, viene ordinato di arrestare il collega Feraud, passionale e umorale francese del sud di umili origini. Egli infatti si è macchiato della colpa di aver sfidato a duello - e ucciso - un uomo - un civile - nonostante l'esplicito divieto da parte di Napoleone stesso di accettare duelli per tutti i soldati in forza al suo esercito. D'Hubert si reca, seppur malvolentieri, a svolgere questo ingrato compito, ma quando finalmente trova Feraud e gli comunica la notizia questi reagisce in modo inatteso: ferito nell'onore, lo sfida a duello. D'Hubert cerca in tutti i modi di sottrarsi all'occasione, che risulta non solo illegale ma anche priva di testimoni; tuttavia il suo senso dell'onore e l'insistenza al limite della follia di Feraud lo inducono ad accettare.
Inizia così una serie di duelli che si susseguono negli anni, mano a mano che la guerra prosegue e i due fanno carriera, sempre parallelamente e senza mai incontrarsi né incrociarsi se non per sfidarsi ancora e ancora.

La trama è piuttosto semplice e si rifà a una storia vera (o ritenuta tale) che vide due ufficiali napoleonici, Dupont e Fournier, sfidarsi a duello per 19 anni per un totale di circa 30 volte. Conrad, venuto a conoscenza di questa storia, la sfrutta per rappresentarla sullo sfondo della parabola napoleonica. E' infatti evidente il parallelismo tra la salita al potere e poi la caduta dell'Imperatore di Francia e il destino dei due duellanti: D'Hubert è un perfetto illuminista, gentile, appartenente a quella classe sociale che ha vissuto momenti difficili dopo la Rivoluzione Francese, ma che alla fine trionferà nuovamente nella Restaurazione, Feraud è invece sanguigno, membro di quel popolo che scalpita per farsi strada e rivendicare il proprio posto nella società. Lo stesso codice d'onore che sancisce i loro duelli è un rimasuglio del vecchio ordine sociale, che sopravvive malgrado perda mano a mano valore e non segua più le regole tradizionali.
Il punto di vista rimane per quasi l'intera vicenda quello di D'Hubert, il che rende quasi inevitabile un moto di empatia nei suoi confronti: Feraud viene descritto alla stregua del pazzo omicida, quindi nella sua innocenza di fondo D'Hubert non può che farci una bella figura. Anzi, probabilmente perché i valori nel tempo sono molto cambiati, viene difficile al lettore comprendere il perché D'Hubert faccia di tutto per risparmiare Feraud, perché insabbi gli eventi e non lo denunci, mettendolo nelle mani delle autorità. Al contrario, gli salva la vita più volte, e forse questo è uno dei misteri più profondi della storia: il legame che si viene a formare tra i due duellanti è molto intenso e allo stesso tempo difficile da definire. Si potrebbe quasi dire che è un mix di odio e tenera amicizia. Sta di fatto che razionalmente D'Hubert sa che questi continui duelli con Feraud sono insensati, che lui stesso è sempre più stanco della situazione, ma non riesce a smettere di accettare le sfide dell'avversario.

Tutto ciò sullo sfondo, come si è detto, dell'era napoleonica. Lo scrittore delinea l'ascesa di Napoleone attraverso la carriera dei duellanti e l'impegno bellico costante in cui sono coinvolti. La parte che colpisce di più, però, è sicuramente la campagna di Russia. Sebbene Conrad non si dilunghi mai nelle descrizioni e si limiti a descrivere qualche dettaglio della situazione dei soldati durante questa guerra, ciò che ne otteniamo è un racconto doloroso, terribile, di uomini ridotti all'osso, stanchi e demoralizzati, disposti a tutto per sopravvivere e tornare alle proprie case. 
Anche la Restaurazione è un momento di dolore per chi è stato coinvolto in queste vicende storiche. L'epurazione mirata dei sostenitori di Napoleone, il crollo delle speranze e soprattutto la caduta in disgrazia di tutti coloro che, durante il suo governo, erano riusciti a fare carriera. D'Hubert stesso si salva solo grazie alla proprie origini; per Feraud non c'è speranza di ricostruirsi un futuro.
Ed è forse proprio grazie alla tensione del duello che le vite dei due protagonisti non si spengono nella sconfitta: il duello in fondo dà più valore alla loro vita, la rende più preziosa perché sanno che potrebbero perderla in qualsiasi momento. Alcuni dei momenti più belli del romanzo sono le riflessioni di D'Hubert prima di battersi con Feraud: considerazioni sulla paura, sulla bellezza della vita, su ciò che davvero dà senso alla nostra esistenza e il significato che invece scegliamo di dare a ciò che ci succede.

Un'altra osservazione interessante è l'effetto che questo duello ha su chi non ne è coinvolto. Fin da subito la storia del duello si trasforma in leggenda, anche a causa della segretezza in cui è avvolta la sua origine. Il popolo, curioso e affamato di emozioni, immagina drammi e nefandezze; il potere del passaparola e della suggestione è tale da infamare con la calunnia la reputazione di D'Hubert, un uomo sempre attento alla correttezza e alla rispettabilità. Si arriva al punto da non riuscire più nemmeno ad accettare per reale quella che è invece la verità. La maldicenza ha la meglio, se non messa subito a confronto con la realtà, sui fatti.

Un'ultima considerazione la riserverei alle figure femminili nella storia. Sono solo due di qualche rilievo: la sorella e la futura moglie di D'Hubert. Queste rimangono sempre al di fuori delle vicende del tempo, tenute al sicuro dagli uomini che vanno a combattere e avulse dal contesto storico e sociale. Sono chiuse nel loro mondo di mondanità frivola, fatto di casa, famiglia e amori combinati, tenute all'oscuro da tutto, persino dagli accadimenti più dolorosi e spiacevoli. Tuttavia è piuttosto forte la sensazione che siano in realtà queste due donne a dare a D'Hubert un senso di sicurezza, di tranquillità, di continuità. Grazie a loro a qualcuno da cui tornare, una finalità, in fin dei conti un motivo per non morire. Le donne, nella loro marginalità, danno un senso alla vita di questi grandi uomini, e lascia l'amaro in bocca vedere quanto Feraud sia solo, anche da questo punto, come sembri mancargli uno scopo vero, che dia valore al suo vivere, alle sue sofferenze.

Insomma, questo raccontone non mi è dispiaciuto affatto e mi ha un po' fatto far pace con Conrad, che avevo già letto ma non avevo mai davvero digerito nelle sue opere più famose. Non è una storia che emoziona, che rimane nella memoria e che cambia la vita. Non credo che Conrad mirasse a fare alcuna di queste cose. Invece è una piacevole compagnia, una lettura divertente e a tratti malinconica che non sconvolge e non pesa. E poi è così breve che la storia è finita prima ancora di rendersene conto...

2 commenti:

  1. Mi è piaciuta molto la tua analisi,che condivido, nonostante la mia lettura molto più superficiale

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non credo che si tratti di lettura più o meno superficiale. Anch'io ho fatto fatica a trovare spunti. Ci ho lavorato un po' su, ecco, e mentre ci riflettevo uscivano cose nuove. E poi santa Wiki aiuta ad aggiungere dettagli inutili ma curiosi!

      Elimina