giovedì 3 marzo 2016

Perché un gruppo di lettura? (Una lettera d'amore)

Da alcuni anni faccio parte (bhè, sono stata cofondatrice) di un gruppo di lettura nella città in cui vivo. A volte mi dico che sono proprio fortunata, perché questa creaturina è ancora viva e vegeta e rende felice, oltre a me, un sacco di persone. La chiamo creatura perché, per quanto possa sembrare sciocco, io vivo questo gruppo come un'entità a sé stante, indipendente da me e che ha bioritmi e dinamiche che non sono la semplice somma di tutti i partecipanti, ma unici e caratteristici.
Tuttavia mi rendo conto che l'idea di "gruppo di lettura" ispira nella gente immediata angoscia e terrore, o per lo meno un profondo senso di noia.
Quindi oggi mi chiedo: perché entrare a far parte di un gruppo di lettura?

Di recente ho letto un articoletto su Facebook proprio su questo argomento. Cosa spinge le persone a entrare a far parte di un gruppo di lettura? Perché prendersi un impegno simile?
Ci sono mille motivi, credo, che possono spingere una persona a voler intraprendere un percorso simile. Io posso parlare per me e dire quali sono le ragioni per cui io, ogni mese, scelgo di far parte di un gruppo di lettura.

1. Leggere insieme mi fa sentire meno sola (e meno aliena)

Sono stata una bibliomane fin da quando ero una bimba. Complice mia madre, grande lettrice, ho iniziato a divorare un tomo dietro l'altro molto presto, e con la mia voracità cresceva esponenzialmente la smania di possedere libri (argomento, questo, su cui prima o poi farò un post a parte...). Ho scoperto solo di recente che queste due manie non sono indissolubilmente legate, ma che si può essere malati di lettura senza voler possedere una biblioteca.
Comunque sia sono cresciuta attorniata da libri e per anni ho creduto che tutti leggessero. E' stato un po' un trauma scoprire che invece, nella stragrande maggioranza dei casi, l'italiano medio è semianalfabeta. Fino a una certa età ho sempre considerato la lettura un passatempo molto privato e non mi è mai venuto in mente di chiedere alle mie amichette delle elementari se loro leggessero oppure no. Poi è venuto il liceo classico, dove il libro era sacro e il massimo della trasgressione era leggere sottobanco, mentre la professoressa spiegava filosofia, la "Justine" di De Sade.
Solo arrivata all'università ho iniziato ad accorgermi che il resto del mondo non viveva col naso tra le pagine di un libro. Le mie compagne non spendevano metà della propria paghetta in libreria, ma in borse, scarpe, prodotti di bellezza e serate in discoteca. Il primo giorno di università una ragazza, vedendomi leggere "The Witching Hour" di Anne Rice (non esattamente "Guerra e pace", dunque...), mi chiese se lo stessi leggendo in inglese e, alla mia risposta affermativa, se lo capissi. Io mi guardai attorno spaesata: mi ero iscritta alla facoltà di lingue o no?
Ebbene negli anni successivi l'ho capita, l'antifona, ma non me ne sono mai fatta davvero una ragione. Era strano per gli altri che io leggessi tanto (e io consideravo davvero pochi i libri che leggevo, perché sono molto lenta), ma era altrettanto strano per me che loro non ne leggessero manco uno. Ovviamente qualche amico si salvava dalla statistica schiacciante, se no mi sarei chiusa in casa.
Ebbene, incontrarsi con altre persone che, ogni mese, scelgono di leggere un libro per discuterne è stata una ventata di aria fresca. C'è altra gente come me al mondo! Non sono l'unica ad amare i libri!

2. Condividere una lettura mi permette di vedere ciò che sarebbe invisibile ai miei occhi

Leggere un libro è come partire per un viaggio che non sai bene dove ti porterà. Le vicende narrate, le emozioni dei protagonisti, le descrizioni dei luoghi si scontrano con le nostre esperienze, le nostre aspettative, l'umore del momento, e il mix che ne risulta è l'impressione che del libro ci rimane. Non credo che lo stesso libro possa fare lo stesso effetto a due persone diverse perché inevitabilmente ci saranno delle vibrazioni differenti, anche minime, che faranno apprezzare una cosa piuttosto che un'altra, un particolare piuttosto che un altro. Addirittura sostengo da tempo che lo stesso libro letto dalla stessa persona in momenti diversi della propria vita abbia un impatto totalmente differente.
In questi anni di gruppo di lettura ho letto qualche decina di romanzi e ogni singola volta sono rimasta incantata dalla varietà di commenti ed impressioni che ne ho tratto. Spesso ciò che io davo per chiaro o scontato non lo era affatto agli occhi di un altro o brani che io avevo detestato erano piaciuti tantissimo ad un'altra persona (e viceversa). Quante volte leggendo ci sorgono domande, dubbi, commenti critici? Il gruppo di lettura mi ha permesso di condividere queste domande ed ascoltare le risposte altrui. A volte questo ha rafforzato le mie opinioni, in altre occasioni mi sono trovata di fronte a una decisa opposizione, ma anche questo mi ha arricchito. E non c'è nulla di più bello, secondo me, di ascoltare i commenti di persone fortemente diverse da noi, perché in un testo vedranno cose che noi non c'eravamo nemmeno immaginati e trarranno conclusioni a cui non saremmo mai arrivati.
La diversità è fondamentale all'interno di un gruppo di lettura e proprio per questo ho sempre insistito perché il gruppo fosse sempre aperto a tutti. Ogni anno porto avanti una campagna pubblicitaria su Facebook per raccogliere nuove leve e sono felicissima delle persone che,col tempo, si sono unite al gruppo, perché l'hanno rinnovato e innovato, rendendolo sempre più interessante.

3. Al gruppo di lettura mi diverto di brutto

Forse questo l'avrei dovuto dire all'inizio. In effetti è una cosa che io do per scontata, ormai, ma che non lo è per nulla. Come dicevo prima, la maggior parte delle persone, di fronte all'idea di un gruppo di lettura, pensa a una riunione di persone tristi e un po' vecchie, tipo alcolisti anonimi, in cui si parla di cose noiose e si vomitano paroloni e citazioni colte che nessuno capisce (almeno per quanto riguarda la gente "normale").
Ebbene, il nostro gruppo di lettura non è così. A me piace definirlo un gruppo semi-anarchico con tendenze cazzeggiatrici, ma la realtà è che siamo un gruppo di persone piuttosto giovani, divertenti, alla mano e a tratti non troppo acculturate, a cui piace commentare di pancia e non solo di testa e romanzi che leggiamo e, se ci va, dissacrarli crudelmente. Nessuno si trascina fino alla riunione solo per sfoggiare la propria intelligenza o la propria cultura sconfinata. Quel tipo di lettura l'abbiamo già subita a scuola, spesso, e non ci ha mai fatto venir voglia di leggere. Noi diamo spazio alla libertà di pensiero e parola su ogni libro letto e lo trovo tanto più importante perché il nostro gruppo, per "carisma", legge solo classici. Ci fa piacere se qualcuno dei più colti cita qualche critico o fa paragoni con altra letteratura, ma ci teniamo che tutto sia chiaro, che tutti capiscano, perché le cose si possono sempre spiegare in modo semplice, se si vuole.
E poi ci sono i dolci, le patatine e i salatini, le bibite, la birra... E i giochi! Da un anno e mezzo apriamo ogni seduta con un quiz preparato in base al libro letto e l'iniziativa pare piacere quasi a tutti.
Insomma, al gruppo di lettura si ride tantissimo e ci si diverte davvero. Tutt'al più bisogna ricordare al gruppo di parlare del libro...ma quello è un altro tipo di problema!

4. Leggere per il gruppo di lettura mi stimola a leggere di più (e molte cose diverse)

Prima ho detto di aver sempre letto tanto. E' pur vero che, per un certo periodo, complice la "vita" attorno a me fatta di lavoro, impegni, studio, il mio tempo libero si è ridotto drammaticamente e ad oggi continua ad essere parecchio risicato. Di conseguenza mi sono trovata a trascurare i miei amati libri e a leggere davvero poco per i miei standard.
Il gruppo di lettura mi ha obbligato, se così si può dire, a sforzarmi di finire almeno un libro al mese. Senza scuse, anche nei periodi più affaccendati, do del mio meglio per portare a termine quel romanzo, così da poterne discutere con gli altri e apprezzare appieno la condivisione. Nei periodi meno caldi, una volta finito il libro in questione, posso sollazzarmi con altre letture. Forse leggere è un po' come andare in palestra; sta di fatto che ora sono pochi i mesi in cui leggo meno di due romanzi e spesso sono tre o addirittura quattro. Lavorando una cinquantina di ore abbondanti la settimana lo trovo un traguardo non male...
Inoltre non si può trascurare l'importanza di leggere cose diverse tra loro. Non sono mai stata molto avventurosa nelle mie letture perché ho sempre avuto l'impressione di essere troppo lenta, avendo troppi troppi libri che aspettano di essere letti, e la scelta del successivo mi causa tuttora un po' d'ansia. Quindi se dipendesse solo da me leggerei più o meno sempre gli stessi autori, generi simili, e sperimenterei molto poco.
Il gruppo di lettura negli anni mi ha obbligato a sfidare i miei limiti. Ho letto di tutto, da racconti e romanzi fantastici al giallo, dalla letteratura romantica a storie più morbose passando per il drammatico. Narrazione statica e dinamica, epistolare, libri che hanno appena compiuto 50 anni e altri che ne hanno 300 ma che ho trovato comunque attualissimi.
Ci sono argomenti che non mi hanno mai attirato e mi sono dovuta ricredere, generi che pensavo non mi sarebbero piaciuti e invece mi hanno catturata, vecchie letture che ricordavo come noiosissime e invece ho rivalutato alla grande; e poi ci sono i romanzi che mi aspettavo meravigliosi e che invece mi hanno deluso, le letture che non ho capito, che mi hanno lasciata interdetta o insoddisfatta. Nel bene o nel male, tuttavia, mi sento cresciuta, come se il gruppo di lettura mi avesse permesso di andare oltre me stessa, di espandere i miei limiti ma in modo controllato, protetto, un pochino alla volta e tutti insieme. Una sensazione davvero bella.

5. La felicità dei membri del gruppo mi rende felice

L'ultima ragione che tiene vivo in me il sacro fuoco del gruppo di lettura è la felicità che mi dà vedere gli altri membri contenti del tempo e dell'esperienza condivisa. Sono cresciuta in situazioni di gruppo e di condivisione, quindi per me questo tipo di attività è naturale e mi dà soddisfazione. Non lo do però così per scontato negli altri. Eppure finora quasi tutte le persone che si sono unite al gruppo ne hanno tratto soddisfazione, hanno trovato nuovi amici, si divertono e continuano a frequentare le riunioni con entusiasmo.
Cosa c'è di più bello per chi ha tanto voluto creare questo tipo di incontro del vedere la soddisfazione di chi ne fa parte e la viralità con cui si espande? Siamo partiti in pochi, eravamo scesi a 7 o 8 a riunione. Ora siamo una quindicina a riunione e abbiamo dovuto trovare un luogo più grande di un salotto per incontrarci, perché se ci presentassimo proprio tutti saremmo una ventina! Non sempre tutti leggono i romanzi, ma il piacere di ascoltare ciò che gli altri hanno da dire e di stare in compagnia sono più forti della pigrizia.

In conclusione, posso davvero dire che un gruppo di lettura cambia un po' il proprio modo di leggere. Se potessi, creerei altri 2 o 3 gruppi solo per avere situazioni diverse, romanzi diversi, stimoli diversi. E' un'esperienza davvero speciale e consiglio di cuore a tutti coloro che amano i libri (e anche a chi ne è un po' spaventato) di darsi una chance di entrare a far parte di un gruppo di lettura.
Se è come il mio non potrete più farne a meno!

4 commenti:

  1. Risposte
    1. Grazie grazie grazie! E grazie mille della condivisione. :)

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  2. sono molto contento di condividere questa esperienza.
    io frequento 2 gruppi e sono molto felice di ciò.

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    1. Invidia! Ma come si differenziano? Che organizzazione hanno? Sono curiosissima!
      P.S.: benvenuto!

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