domenica 20 marzo 2016

Comparative reading e il trauma della censura letteraria




Qualche tempo fa ho visto questo video che, guarda un po', parla di libri e di un approccio davvero particolare alla lettura.
Per i non anglofoni, procedo ad un rapido riassunto.

La donna del video, Lisa Bu, ha cercato per anni le risposte alle proprie domande di adolescente nei libri e, una volta arrivata negli Stati Uniti per ragioni di studio, si è data alla pazza gioia nutrendosi di tutta quella letteratura occidentale da noi tutti considerata popolare, ma che in Cina è vietata dalla censura: romanzi in cui si parli della Repubblica Cinese in modo negativo, ma anche testi religiosi come la Bibbia.
Ed è stato un po' per affrontare questo nuovo mondo in cui andava immergendosi nel modo più tecnico e scientifico possibile che ha pensato di applicare un approccio tipico della ricerca, cioè la comparazione dei testi, anche alla lettura.

Lisa lo chiama comparative reading ed è un modo di procedere molto semplice: quando si sceglie di leggere un testo ci si arma anche di un altro libro che può essergli affine, così da avere due punti di vista diversi sullo stesso avvenimento/periodo/personaggio storico.
Le fonti da comparare possono essere due amici o coevi che narrano in prima persona gli eventi a cui hanno preso parte, due biografie scritte in anni diversi da persone diverse, il punto di vista di chi vince e di chi perde in una guerra, o di diverse classi sociali, o ancora può semplicemente trattarsi della traduzione in una lingua straniera.
Questa secondo Lisa è una grande ricchezza: poter leggere un romanzo nella lingua originale e in traduzione rivela molte cose sia sulla propria lingua che sulla cultura che l'ha, in qualche modo, "digerita".

Quest'ultima idea mi ha colpito molto, un po' perché ho la fortuna di poter leggere senza problemi in due lingue e un po' perché facendolo, più per caso che per altro, mi sono accorta dello scempio che può essere una traduzione immessa sul mercato italiano di un romanzo straniero.

La prima esperienza che ho avuto in questo senso è stata uno shock terribile, perché riguardava un libro che avevo precedentemente letto in italiano e che avevo amato intensamente. Si tratta di "Ricordati di me" ("Remember me" in lingua originale) di Christopher Pike, autore di thriller e horror per ragazzi che negli anni '90 fu talmente prolifico da guadagnarsi una collana tutta sua in America.
Ebbene, il suddetto romanzo, una sorta di detective story con al centro della vicenda il fantasma di una ragazza uccisa, era stato pubblicato in Italia nella collana dei gialli junior Mondadori. Leggendolo all'età di circa dieci anni mi aveva colpito tantissimo e mi era rimasto nel cuore. Per questo qualche anno dopo, trovandone una copia in inglese sullo scaffale di una libreria britannica, non ho tentennato un secondo e l'ho subito comprato. Leggendolo, però, mi sono accorta che il romanzo, nella versione italiana, era stato epurato: tutto ciò che era anche solo vagamente un riferimento al sesso era stato cancellato dalla storia e sostituito da invenzioni belle e buone o semplicemente saltato. Si parla, in questo caso di qualche paragrafo qui e là, niente di vitale, sebbene questo concorra non poco nel modificare le relazioni tra personaggi e la descrizione dei caratteri e dei modi di fare.
Tutto bene, fino al finale: lì invece la storia era stata stravolta. Cercando di limitare gli spoiler, la scena culmine del libro, in cui il fantasma riesce a salvare un altro innocente dalle grinfie del proprio assassino, è basata su un tentato stupro e il movente stesso dell'omicidio è connesso al sesso. Nella versione italiana, a causa della censura, l'intero capitolo è stato riscritto di sana pianta.

Parlando con la mia amica Antonella, scrittrice e quindi più preparata in materia, ho scoperto che questo tipo di procedimento è perfettamente legale e anzi assai diffuso. Le case editrici comprano i testi originali e poi li tagliano, li serializzano, ne cancellano intere parti, sostituiscono dialoghi. Personalmente, per quanto questa cosa possa essere legale, ho sempre trovato che fosse uno stupro bello e buono alle intenzioni originali dell'autore e ai suoi diritti. Tuttavia la cosa che più mi fa arrabbiare è che questo mi ha portato a perdere fiducia in ciò che leggo.
Posso io davvero essere sicura che ciò che sto leggendo sia il messaggio così come l'aveva concepito l'autore? Sui testi a cui mi approccio è stata operata una semplice traduzione o una censura ad ok? In che modo queste scelte editoriali influenzano l'esperienza, le conoscenze e le coscienze del pubblico e chi è a decidere cosa debba essere censurato e cosa no?

Non metto in dubbio la possibilità di necessità editoriali che spingono a decisioni pratiche come dividere un lungo romanzo in una serie (il tomo spaventa di più il lettore non forte e poi da due o tre tomi si guadagna il doppio/triplo...), ma è davvero concepibile prendere un prodotto che non è stato scritto per un certo pubblico o con un certo fine e confezionarlo ad hoc stralciandolo e modificandolo finché più o meno non rientra nella scatola che gli si è voluta appioppare?
Per quanto cerchi di comprendere non riesco a farmene una ragione.

2 commenti:

  1. Avendo anch'io a suo tempo molto amato "Ricordati di me" sto male al solo pensiero di non leggere l'inglese e non poter quindi gustare la versione originale (però ricordo che già da bimba la scena finale non mi tornava del tutto...).
    L'ultimo caso in cui mi sono imbattuta è Everest di Dan Simmons, dove nella versione italiana sono saltate 100 pagine. Credo che vi sia un motivo legato ai diritti d'autore, perché il testo originale aveva una sorta di cornice in cui lo stesso autore dichiarava di aver recuperato un diario (il corpus del romanzo) mentre di documentava per la stesura di un altro romanzo, davvero esistente (Erebus). Dato che in Italia Erebus è stato pubblicato da un altro gruppo editoriale ogni riferimento è stato tolto. Peccato che tagliuzza di qua e tagliuzza di là almeno un capitolo della versione italiana non è al posto giusto (essendo un diario è evidente che la data non torna) e ho sospetto che sia stata tagliata anche qualche altra parte essenziale.
    Sarà legale, ma è uno scempio.

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    1. Ricordavo questo caso di cui mi avevi parlato e che mi sconvolge. E chissà quanti altri ce ne sono in giro!
      Credo che sia questa la cosa che mi mette più angoscia: non sapere quali libri sono stati "violentati" e come difendermi. Per quanto possa leggere in lingua originale in inglese molte altre lingue devo per forza approcciarle in traduzione...

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